giovedì 26 maggio 2011

Ipnosi - Una definizione

Ipnosi


Nel definire l’ipnosi si può essere oggettivi o soggettivi. Inoltre, un fenomeno come l’ipnosi può essere definito secondo il suo modo di apparire, la sua funzione, la sua eziologia, la sua storia, le sue procedure o nei termini delle sue relazioni con altri fenomeni.

Il termine ipnosi venne proposto per la prima volta dal Dott. Braid (1853) e deriva da Hypnos, dio del sonno nella mitologia greca. Il termine prevede vari significati che tendono a sovrapporsi: ipnosi è lo stato di trance (modificazione dello stato di coscienza), ma è anche ipnotismo (cioè lo studio del modo per facilitare lo stato di trance), ed è anche un campo di ricerca e una metodologia di cura psicologica, e riguarda: la ricerca sui fenomeni ipnotici e sulla trance di per sé (ipnosi come oggetto di studio), l'ipnosi come strumento di ricerca psicologica e l'ipnosi come modalità di accesso alla vita psichica perlopiù inconscia del paziente.



Nel particolare, è possibile dire che l'ipnosi è uno stato mentale naturale, diverso dagli stati di veglia e di sonno, e può svilupparsi in modo spontaneo, autoprovocato (autoipnosi) o indotto (eteroipnosi). Le ricerche cliniche vedono nell'ipnosi un particolare fenomeno psicosomatico che coinvolge l'organismo nella sua totalità attraverso l'attivazione di specifiche vie nervose: mente e corpo sono entrambi coinvolti nella progressiva comparsa dello stato ipnotico.



Lo stato di Trance



Lo stato ipnotico, la trance, può essere vissuta in maniera diversa da individuo a individuo ed arrivare ad essere più o meno profonda. Generalmente lo stato di trance è vissuto come uno stato di benessere e di profondo rilassamento: l'attenzione è caratterizzata da una particolare flessibilità e, le sensazioni, le percezioni, i pensieri, la consapevolezza, la memoria ed i comportamenti, possono essere soggetti a momentanee e funzionali modificazioni. La maggior parte delle applicazioni cliniche dell'ipnosi non necessitano di una trance profonda.



Cosa avviene in ipnosi



In ipnosi si presentano generalmente alcune combinazioni dei seguenti processi: alterata intensità (per esempio nel rilassamento o nella chiarezza e vividezza delle immagini interne), modificata consapevolezza (per esempio focalizzazione interna o concentrazione straordinaria su un particolare aspetto della percezione sensoriale), esperienza e risposta involontaria (ad esempio quando avviene una spontanea alterazione della percezione, un'amnesia spontanea, ecc).



Da un punto di vista psicologico è possibile affermare che la differenza principale tra la "veglia" (lo stato di coscienza ordinario) e la "trance", consiste nel tipo di responsività agli stimoli. La responsività vigile tende a essere finalizzata a una qualche forma di integrazione con la realtà esterna (oggettiva), mentre la responsività ipnotica tende a essere fine a se stessa, completa in se stessa, senza alcun bisogno di integrarsi con la realtà esterna: la situazione di realtà in cui ha luogo l'ipnosi deriva dai processi esperienziali interiori del soggetto.



Un aspetto interessante dell'ipnosi inoltre è che, al di là dell'importanza di utilizzare strategie terapeutiche personalizzate e mirate ad un obiettivo terapeutico, si ritiene che lo stato di trance sia terapeutico di per sé in quanto ripristina il ritmo ultradiano di fondo (RUF), aumenta l'attività parasimpatica, inibisce la liberazione degli ormoni surrenalici dello stress e del glutammato (azione anti-neurotossica), modula le emozioni integrando memoria e apprendimento, e attiva nuove vie neuropeptidiche.



Fenomenologia ipnotica

I principali fenomeni che si possono sviluppare spontaneamente o essere riprodotti nello stato di trance sono:



- La regressione d'età

- Pseudo-orientamento nel tempo (proiezione nel futuro)

- L'amnesia

- L'analgesia

- L'anestesia

- Il comportamento automatico

- La dissociazione

- La catalessi

- L'allucinazione

- L'ipermnesia

- Risposte ideomotorie

- Risposte ideosensorie

- La distorsione temporale

Tali modificazioni, all'interno di un contesto terapeutico, rendono possibile riassociare e riorganizzare le risorse del paziente in funzione del suo benessere, attivare potenzialità psicofisiche nuove e valorizzare quelle già esistenti.



Preconcetti sull'ipnosi



Nella pratica clinica di ogni ipnoterapeuta, soprattutto nel corso del primo colloquio, è frequente la necessità di condividere qualcosa su cosa sia l'ipnosi, e talvolta di demistificare alcuni miti (dei quali alcuni molto ben radicati nell'immaginario collettivo).



Molto diffusa, ad esempio, è l'idea dell'equivalenza tra sonno e ipnosi. Del resto, come si accennava precedentemente, la parola ipnosi deriva dal greco "Hypnos" (che significa "sonno"). La divinità greca Hypnos (Sommus per i latini) era la personificazione allegorica del Sonno, figlio della Notte e fratello gemello diThanatos, la divinità della morte. Secondo il mito, Hypnos viveva in un luogo nascosto, mai illuminato dai raggi solari insieme alla Notte e a suo fratello Thanatos. Al contrario di Thanatos, che induceva gli uomini ad un riposo "eterno" e ad una vita nell'Ade, Hypnos addormentava gli uomini dolcemente con una verga magica, accompagnandoli nell'esplorazione di realtà parallele. Le visioni oniriche guidavano Hypnos nei suoi viaggi e la divinità dei sogni, suo figlio Morfeo, si mostrava a coloro che dormivano sotto molteplici forme. Morfeo, dal greco morphè, significa "forma" e rappresenta la divinità della metamorfosi, della trasformazione.

Nonostante la mitologia greca suggerisca l'equazione tra sonno e ipnosi va detto che, lo stato ipnotico è sostanzialmente diverso dal sonno, anche se spesso viene vissuto come uno stato di profondo rilassamento e di benessere simile a quello che può, talvolta, precedere l'instaurarsi del sonno.



Un altro preconcetto assai diffuso è quello riguardante la possibilità di "perdere la propria autonomia", o "cadere sotto il dominio dell'ipnotista": non si possono certo ignorare le prime teorizzazioni ottocentesche sull'ipnosi o, in tempi moderni, l'ipnosi da palcoscenico (televisiva, cinematografica, ecc). Le ricerche indicano, in via definitiva, che l'ipnosi non è in grado di violare in alcun modo la struttura etico-morale di una persona. Se si chiede questo ad una persona in trance si ottiene, infatti, la stessa risposta che si otterrebbe chiedendolo nello stato vigile, o in qualsiasi altro stato di coscienza. In tutti i casi si ottiene o il rifiuto o lasimulazione della richiesta per compiacere l'altro (fino a quando conviene).

Un'ultima idea, relativamente diffusa, ha a che fare con l'ipnotizzabilità: alcune persone - si dice - non sono ipnotizzabili. Se è vero che le persone possono essere più o meno suscettibili all'ipnosi, e che un'induzione può sempre (in una certa misura) fallire, ciò non implica necessariamente che una persona non possa essere messa in grado di sperimentare uno stato di trance. Occorre tener presente che non esiste un metodo induttivo valido per tutti e che alla base del processo induttivo vi è sempre, oltre alla motivazione ed agli obiettivi espliciti ed impiliciti del paziente, la relazione che si instaura tra terapeuta e paziente. Tutti questi fattori possono essere più o meno funzionali al raggiungimento della trance e, parallelamente, della terapia. La trance, inoltre, va riconosciuta: quotidianamente le persone sperimentano più o meno leggeri stati di trance senza dare loro il nome di "trance".





Dott. Luca Lavopa
http://www.centro-psicoterapia-roma.it/

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