giovedì 26 maggio 2011

Stato di Trance

Lo stato di trance è definibile sotto diversi punti di vista. In termini molto generali, è possibile dire che, come le persone mostrano differenze notevoli nel proprio stato ordinario di coscienza, così non sono troppo simili nenche nello stato di trance. Le persone tendono a manifestare naturalmente e spontaneamente alcune fenomenologie della trance (e non altre), rispondendo all'ipnosi attraverso modalità del tutto peculiari e soggettive. In altre parole, anche in trance il soggetto mantiene la propria unicità.
Lo stato di trance può essere comunque descritto partendo dall'analisi dell’esperienza delle qualità fenomenologiche dell’ipnosi. Sostanzialmente è possibile identificare tre caratteristiche o dimensioni nucleari dell’esperienza ipnotica:

1) Orientamento verso la realtà ridotto in senso generale: fenomeno della trance per cui la nitidezza del contesto generale o cornice di riferimento è ridotto;

2) Coinvolgimento inconscio: produzione di risposte involontarie o “dissociazione”;

3) Coinvolgimento arcaico: fenomeno per cui si verifica un temporaneo dislocamento o “transfert” degli atteggiamenti emotivi della personalità essenziale costituitesi nelle fasi precoci della vita.

Lo stato ipnotico, a sua volta, può essere sostanzialmente di tre tipi:

1) letargico
2) catalettico
3) sonnambulico

Il tipo letargico di ipnosi è caratterizzata dal fatto che, a seconda della profondità dello stato ipnotico, il corpo umano si va sempre più rilassando. Se nella piccola ipnosi di tipo letargico si solleva la mano del soggetto se ne avverte il peso, se la si lascia improvvisamente, essa ricade subito, come se fosse di piombo. Nell’ipnosi di media profondità questa pesantezza della muscolatura è ancora maggiore e, nell’ipnosi profonda, il corpo del soggetto è talmente rilassato che può essere sistemato in qualsiasi posizione, per quanto lo permetta la struttura ossea. Si osserva il fenomeno del cosiddetto arco letargico.

Nell’ipnosi catalettica, viceversa, la muscolatura si irrigidisce. A mano a mano che l’ipnosi si approfondisce, il corpo diventa più rigido e si tendono sempre di più i muscoli. Così, ad esempio, se si solleva la mano del soggetto nello stadio della piccola ipnosi, essa rimane letteralmente sospesa per aria. Se si cerca di spostarla, si può vedere che resta alzata e rigida come un bastone. Nell’ipnosi media si può osservare il fenomeno della cosiddetta plasticità “a mo’ di cera”: il corpo del soggetto conserva le posizioni (anche le meno naturali) che gli vengono applicate. Nell’ipnosi profonda, infine, la tensione della muscolatura è così elevata che un corpo umano poggiato coi piedi sullo schienale di una seggiola e con la testa sullo schienale dei un’ altra resta sospeso come un “ponte catalettico”. Questo fenomeno colpì nell’antichità l’immaginazione dei naturalisti: si poteva salire sul petto di un tale soggetto, posarvi una pietra ed egli continua a dormire come se niente fosse. Dopo il risveglio il catalettico non ricorda nulla e non prova alcuna sensazione spiacevole. Il tipo catalettico di ipnosi è quello che più si avvicina all’ipnosi animale.

Nell’ipnosi sonnambulica invece, si osserva tutta una serie di interessanti fenomeni di automatismo. Così, ad esempio, se nell’ipnosi poco profonda lo sperimentatore comincia a far girare la mano del soggetto attorno all’altra, questo movimento di rotazione prosegue anche quando lo sperimentatore cessa di guidargli la mano. Nell’ipnosi media di questo tipo, si possono notare dei movimenti più complessi. Così ad esempio l’ipnotizzato può dormire seduto e in piedi, compiere numerosi gesti molto complicati di carattere professionale, dormire a occhi aperti e rispondere alle domande senza svegliarsi. La sensibilità del soggetto è diminuita, egli è bloccato, i suoi riflessi sono scarsi. Nell’ipnosi profonda, infine, l’ipnotizzato, suggestionato dall’ipnoterapeuta, si muove per la stanza, compiendo gesti molto complessi, come un sonnambulo. I suoi movimenti sono agili, i suoi gesti chiari ed egli non dà l’impressione di dormire. Si possono provocare in lui diverse illusioni e allucinazioni (vedere cose che non esistono nella realtà).

Erickson distinse lo stato di trance differenziandolo in:

• trance sonnambulica
trance da stupore

La trance sonnambulica è tipica del soggetto ben allenato (allenato cioè a basarsi completamente sui propri modelli inconsci di risposta e di comportamento): è apparentemente sveglio e funziona ben adeguatamente e liberamente nella situazione ipnotica totale, in maniera analoga a quella di una persona non ipnotizzata che operi a livello vigile.

La trance da stupore è caratterizzata da un comportamento responsivo passivo contraddistinto da un ritardo psicologico e fisiologico, manca quel comportamento spontaneo e quell’iniziativa che sono tipici del comportamento sonnambulico.

La ridotta sensibilità al contesto esterno e l’accresciuta responsività al contesto ipnotico determinano la profondità della trance. Erickson definisce l’ipnosi profonda “il livello di ipnosi che permette al soggetto di funzionare in modo adeguato a livello inconscio senza interferenze della mente cosciente”.

La trance terapeutica è un periodo durante il quale i soggetti sono in grado di andare oltre le limitazioni delle proprie strutture e dei propri sistemi di credenze in modo da poter sperimentare altri modelli di funzionamento in se stessi: l’induzione e il mantenimento della trance servono infatti a costruire uno speciale stato psicologico in cui il soggetto può riassociare e riorganizzare le sue complessità psicologiche interne e utilizzare le proprie capacità in modo congruente con le sue esperienze di vita.



Dott. Luca Lavopa
http://www.centro-psicoterapia-roma.it/

Nessun commento: